Il camino de Santiago

IL PELLEGRINAGGIO, GLI ITINERARI DELLA FEDE, SANTIAGO DE COMPOSTELA E LA FINIS TERRAE

03 giugno 2021 - Gerry Filippi - 16 Min


 

Il Camino de Santiago è senza dubbio l’itinerario religioso ed il pellegrinaggio più famoso al mondo, sia per il numero di fedeli che percorrono i suoi vari itinerari europei ogni anno, sia per il numero di persone che invece vorrebbero percorrerlo almeno una volta nella vita.

Non si può descrivere con poche parole l’esperienza di chi decide di affrontare il Camino, perché questo più che qualsiasi altro viaggio nella vita di un uomo rappresenta ciò che di più personale può significare un viaggio, dalla programmazione allo svolgimento. Vedere poi il risultato raggiunto quando si entra nella città di Santiago de Compostela o proseguendo oltre per arrivare al promontorio di Fisterra (Finis Terrae) ripaga di tutti gli sforzi compiuti e di tutti i sacrifici fatti per compierlo.

 

Origini del Mito


La storia del camino de Santiago inizia intorno all’anno 820 d.C., quando l’eremita Paio individua nel bosco di Libredòn le rovine di una sepoltura che poi verrà identificata come la tomba dell’Apostolo Giacomo e dei suoi discepoli Teodoro ed Atanasio. Ci troviamo nella Spagna Nord Occidentale sotto il regno di Alfonso II che, visitando il luogo, ordina la costruzione di una piccola chiesa, che già il suo successore nel 899 farà ampliare. Erano le prime basi dell’imponente cattedrale che ancora oggi si può ammirare in città. Intorno a questo luogo, sin da subito, si creò un interesse che dapprima coinvolse i regnanti delle Asturie ed in seguito monaci ed abati di nuclei religiosi sparsi un po' su tutta la Spagna. L’epoca d’oro del Camino divenne il XII e XIII secolo quando da tutta l’Europa che contava, regnanti e religiosi intrapresero il viaggio per far visita alle spoglie dell’Apostolo. Fu in questo periodo che, confluendo le principali forze della storia, cioè la Corona, con il regno di Asturie, il papato e gli ordini monastici, come le abbazie di Cluny e le cistercensi, che si infittirono le relazioni e che il concetto di Camino iniziò la sua storia.

A piedi, a cavallo o in nave il pellegrino ante litteram sfruttava la rete di ospedali costruiti dal re (nel senso di luogo preposto ad ospitare), mentre i monaci sfruttavano i numerosi monasteri già presenti in tutta la Spagna. L’ospitalità divenne quindi una caratteristica fondamentale del percorso del pellegrino, non solo grazie agli aiuti della corona e del mondo religioso, per un’assistenza sanitaria e spirituale, ma la stessa popolazione percepì l’importanza del fenomeno. La rete di aiuti crebbe con il crescere del numero dei fedeli che arrivavano a Santiago e lungo tutti i percorsi si svilupparono ospedali per tutte le tasche, grazie anche alle ingenti donazioni che iniziarono a confluire.

I sovrani fondarono un gran numero di ospedali lungo il Cammino del pellegrinaggio, manifestando la volontà della Corona di esercitare la virtù cristiana della carità e di servire Dio e Santiago come santo patrono del regno. Nei piccoli ospedali medievali era consuetudine che le sale avessero dodici letti, o sei letti doppi, in ricordo dei dodici apostoli di Gesù.

Per la mentalità medievale il pellegrino era un inviato del Cielo, pertanto doveva essere considerato e trattato come se fosse lo stesso Gesù Cristo. Per questo motivo non era raro che nelle scene dell'apparizione di Gesù risorto ai discepoli di Emmaus si rappresentasse il Salvatore come un pellegrino, con elementi caratteristici propri del pellegrinaggio giacobeo come la bisaccia e la conchiglia di San Giacomo.


La storia del Cammino di Santiago va di pari passo alle vicende della storia dell'Europa. Ma nonostante l'influenza negativa che sulla vita e la cultura provocarono episodi come la "Guerra dei Cento Anni" (1337-1453), la Peste Nera (1348) e i lunghi periodi di fame e di crisi economica e di pensiero, l’idea del Cammino di Santiago continuò ad essere viva fino al XV secolo, quando iniziò a soffrire una profonda crisi, giustificata da varie ragioni. In primis la sensibilità degli intellettuali umanisti che, partendo dalla critica che Erasmo da Rotterdam fece al tema del pellegrinaggio, si indurirono con Lutero e la riforma protestante. Anche l'Inquisizione rappresenta un problema nel XVI secolo, poiché i loro sospetti interessavano qualsiasi straniero, compresi i pellegrini giacobei, alcuni dei quali furono accusati di spionaggio. Nel maggio del 1589, per il timore di un attacco a Compostela da parte degli inglesi di Francis Drake, le cui navi attraccavano a La Coruña, l'arcivescovo Juan de Sanclemente ordinò l'occultamento del corpo di San Giacomo all'interno del recinto del presbiterio della cattedrale. L'ubicazione esatta rimase sconosciuta per diversi secoli, fino al 1879, anno della seconda scoperta dei resti dell'Apostolo.

Il Cammino di Santiago vedrà una rinascita solo verso la metà del XX secolo, anche se dei barlumi si sono visti già a partire dal 1879. Il fallimento della Guerra Civile spagnola (1936-1939) divise in due un’Europa che tarderà molto per recuperare l’importanza dei pellegrinaggi, sprofondata tra due guerre mondiali e nella tensione, poi, della "guerra fredda".

Tra gli anni 50 e 60 iniziò timidamente la ripresa, con la creazione delle prime associazioni giacobee di Parigi (1950) e Estella (1963), e la celebrazione degli anni santi del 1965 e del 1971. L'impulso definitivo arriverà a partire dal 1982 con il pellegrinaggio di papa Giovanni Paolo II e il suo discorso sull'altare maggiore della cattedrale di Santiago.

 

Motivazioni

In questa tipologia di viaggio, più che mai, sulla base della mia esperienza, si può capire come non esista una motivazione principale, come magari il pellegrinaggio poteva avere nel suo recente o antico passato. I pellegrini incontrati lungo la strada, con cui non era difficile condividere le difficoltà della giornata durante il percorso o, al termine, nei rifugi, erano e sono tutti animati dalle più svariate motivazioni.

Ne ho individuate 4:

1.  Sportiva: la più strana ed inaspettata risposta che abbia avuto è stata proprio quella che la motivazione che spingeva il pellegrino o atleta a intraprendere il viaggio era la preparazione atletica per qualche evento sportivo importante. Dal momento che già di per sé il Camino comporta un minimo di preparazione fisica, scegliere di allenarsi lungo uno dei percorsi del pellegrinaggio per motivi sportivi potrebbe non fare una piega. Ci sono percorsi adatti a diversi tipi di sport, anche se quasi tutti coloro che davano questa risposta erano ciclisti;

2.  Avventura: come dar torto, specialmente nel momento in cui il pellegrinaggio viene affrontato senza un minimo di programmazione, ma, nel pieno spirito ancestrale dello stesso, vivendo ogni giorno come una scoperta e come una sfida. Ricercare un alloggio, senza sapere già in anticipo dove dormire (oggi è possibile anche prenotarsi e programmare le soste), chiedere ai locali e seguire nient’altro che una conchiglia gialla disegnata sulle strade nei posti più impensabili, non sarà un’attraversata del deserto o una notte nella giungla, ma posso assicurare che un certo brivido lo suscita;

3. Religiosa: probabilmente al giorno d’oggi è quella meno radicata, e non perché, come qualcuno potrebbe pensare, l’età media del pellegrino sia molto giovane, perché sono testimone di compagni di viaggio che avevano superato abbondantemente i settanta, ma perché l’idea di un percorso di preghiera comporta anche tempi più allungati. Occorre sempre tener presente che, a seconda del periodo dell’anno in cui si parte, le ore di luce sono un fattore importantissimo. La presenza, però, lungo tutti gli itinerari di un alto numero di chiese, cappelle e monasteri ne fa una delle possibili motivazioni;

4.  Spirituale: in realtà il concetto di spirituale credo che si possa tranquillamente sostituire con introspettivo. Spesso si sente dire “sei partito per ritrovarti” come una delle ragioni per cui affrontare il Camino. Posso azzardare a confermare che questo sia il motivo che spinge, col senno di poi, cioè dopo averlo completato, il buon 80% dei pellegrini.

Il motivo per cui l’introspezione diventa il tuo spirito guida è che il pellegrinaggio si compie assolutamente da soli nella fatica e nei sacrifici della strada e del tempo. Non esiste gruppo o compagni di viaggio che tengano. La fatica è tua, il disagio, a volte, è tuo. La soddisfazione è assolutamente tua. Si ha talmente tanto tempo a disposizione per affrontare discorsi e problemi da cui magari si tenta di fuggire che sono proprio gli stessi ad esser accantonati perché surclassati dall’unico obiettivo, cioè finire la tappa. Solo nel rifugio poi, anche condividendo con gli altri nell’unica lingua internazionale conosciuta, che non è l’inglese, anche se aiuta molto, ma la fatica, si ha il tempo di ripercorrere mentalmente ciò che si è fatto e, solo dopo che sì è metabolizzato il tutto dopo qualche giorno, forse, stanchezza permettendo, si iniziano ad aprire quei cassetti chiusi da troppo tempo.

La conclusione è che, specialmente in due di queste motivazioni (avventura e spirituale) non c’è una certezza, ma tanti dubbi. E che, se nella vita si è sempre avuto l’idea e mai il coraggio di tentare il Camino, prima o poi è lui che ti chiama. Tu decidi solo l’itinerario.


ITINERARI

Prima di affrontare il discorso relativo agli itinerari possibili, occorre partire da una più o meno adeguata preparazione fisica, commisurata alla durata del percorso scelto ed al periodo dell’anno. Non che qualcuno senza preparazione non possa affrontarlo, ma sempre meglio evitare imprevisti.

Secondo step chiedere ed ottenere la Credencial, che altro non è che una specie di passaporto su cui apporre i timbri nelle varie tappe affrontate. Alcuni di loro sono anche molto belli.


Grazie a questo documento di viaggio, rilasciato da apposita autorità religiosa che si assume la responsabilità di quanto in essa contenuto o dall’Ufficio del Pellegrino (in italia è rilasciata dalla Confraternita di Santiago de Compostella a Perugia, centro.santiago@unipg.it segreteria@confraternitadisanjacopo.it) il pellegrino che abbia compiuto almeno gli ultimi 100km a piedi o 200 km se in bicicletta, può ottenere la Compostela, cioè il certificato rilasciato dall’Ufficio del pellegrino, situato alle spalle della Praza do Obradoiro. Per avere questo certificato non esiste l’obbligo di percorrere quei chilometri in maniera continuata nel tempo, ma anche a tappe in tempi diversi, purchè geograficamente si sia realizzato il pellegrinaggio.

CAMINO FRANCES: Il Cammino francese è l'itinerario giacobeo con più tradizione storica e il più riconosciuto a livello internazionale. Parte in territorio francese dalla località di Saint Jean pied de port e dopo aver fatto tappa in città come Pamplona, Logrono, Burgos, Leon e province come Navarra, La Rioja, Castilla y Leon giunge in Galizia a Santiago de Compostela. E’il Cammino per antonomasia che lungo i suoi oltre 900km sa offrire al pellegrino paesaggi prevalentemente di montagna, almeno nella sua parte iniziale.

CAMINO DEL NORTE: Secondo in lunghezza dopo il Camino Frances, ma dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco al pari del Camino Primitivo, si svolge prevalentemente lungo un percorso costiero da Irun, lungo il confine con la Francia, nei Paesi Baschi, attraversando anche la Cantabria, le Asturie per poi entrare infine in Galizia, lasciando la costa. Viene definito il percorso dei pellegrini illustri, tra cui senza dubbio ha una posizione di spicco San Francesco d’Assisi.

CAMINO PRIMITIVO: Il Cammino primitivo è il primo itinerario di pellegrinaggio, il più antico. Collega Oviedo a Santiago de Compostela e si snoda per una buona parte su tracciati di strade romane per una lunghezza di oltre 320 km. Il primo re pellegrino fu proprio il monarca asturiano-galiziano Alfonso II il Casto, il quale, nel primo terzo del secolo IX, volle recarsi a Santiago per confermare che i resti che erano stati da poco rinvenuti a Compostela fossero veramente quelli dell'Apostolo. Attraverso un itinerario anch’esso di montagna, tra Asturie e Galizia, è un susseguirsi di meravigliosi paesaggi come le due città bomboniere di Oviedo e Lugo, di chiara origine romana, grazie alla presenza della cinta muraria e del ponte, e luoghi magici come Grandas de Salime o Tineo.

Camino de la Plata: tra i più lunghi percorsi, oltre 700 km, parte da Siviglia in Andalusia per poi attraversare la Extremadura e la Castilla La mancha per entrare in Galizia fino ad Astorga e congiungersi con il camino frances. Probabilmente è uno dei più impegnativi non dal punto di vista delle difficoltà legate al tragitto, ma specialmente per ciò che riguarda il meteo e le alte temperature. Affrontare un impegno del genere in estate significa far fronte anche a temperature che superano facilmente i 40 gradi.

La Via de la Plata percorre in Galizia un patrimonio naturale e etnografico di eccezione: l'enorme ricchezza della provincia di Orense, la comarca (circoscrizione territoriale) del Deza e il letto del fiume Ulla si presentano davanti al pellegrino pieni di fascino.

CAMINO PORTUGUES: tra i più brevi itinerari che conducono a Santiago, con i suoi circa 120 km parte da Tui al confine con il Portogallo per svilupparsi lungo la costa galiziana dell’Ovest, passando per Pontevedra. Il fenomeno giacobeo è stato talmente importante che la stessa rete stradale del Portogallo è stata concepita nello stesso modo, passando per i luoghi che il Cammino portoghese aveva stabilito verso la Galizia: Lisbona, Santarem, Coimbra, Porto, Barcelos, Ponte de Lima e Valença do Minho. Difatto, nel XIX secolo, quello di minore affluenza dei pellegrinaggi, il Cammino portoghese divenne la via più attiva. In questo secolo, più del 80% dei pellegrini stranieri erano portoghesi.

CAMINO PORTUGUES DELLA COSTA: si tratta di una variante di quello precedente. Questo itinerario si snoda verso ovest costeggiando il fiume Miño, fino a raggiungere il mare. A dominare il paesaggio troviamo il monte di Santa Trega, belvedere che domina l'Atlantico e il Portogallo, famoso per l'incredibile castro parzialmente scavato. Alle pendici del monte il porto di Aguarda offre riparo alla sua flotta peschereccia. L'itinerario prosegue verso nord, parallelamente alla linea della costa, per penetrare in un territorio più protetto, la Ría di Vigo. Si arriva prima a Baiona, località storica dalle incantevoli strade e piazze, con una chiesa del XIII secolo , una cappella barocca dedicata a santa Liberata e la spettacolare fortezza di Montemaior, per proseguire con Vigo, Pontevedra e l’itinerario fino a Santiago.

 

CAMINO INGLES: anche questo viene annoverato tra i più brevi, nonostante abbia due punti di partenza alternativi, cioè Ferrol, a nord di La coruna, e quest’ultima. Era l’itinerario dei grandi viaggiatori del nord Europa, cioè inglesi, scandinavi, islandesi che accorsero qui via mare con tappe proprio nelle due città portuali, per rendere omaggio alle spoglie dell’apostolo Giacomo.

CAMINO DE INVIERNO: rappresenta l’ingresso naturale in Galizia dall’altopiano della Meseta, il più grande della Spagna ed è conosciuto sin dai tempi dei romani. Si pensa che sia un’alternativa alle montagne innevate che dal Camino Frances si incontrano a O Cebreiro. Lungo poco meno di 250 km, inizia da Ponferrada da dove abbandona quello Frances, per districarsi in paesaggi favolosi come LAS MEDULAS, patrimonio dell’umanità, la Ribeira Sacra, territorio di vini eccellenti, Monforte de Lemos, con il suo straordinario patrimonio monumentale, per unirsi poi alla Via de la Plata fino a Santiago.

 

MAR DE AROUSA E FIUME ULLA: si tratta di un itinerario molto particolare, nato per commemorare la TRASLATIO, cioè il trasferimento del corpo dell’apostolo Giacomo dalla Palestina, dopo il martirio di Gerusalemme, fino alla costa atlantica dove aveva predicato il Vangelo. I porti di Ribeira e O Grove segnano l'ingresso della Ría di Arousa, nelle cui acque navigò la nave dell'Apostolo le ultime miglia.

Il corpo di Santiago, accompagnato dai suoi discepoli Teodoro e Attanasio, entrò dalla Ría di Arousa, risalì il fiume Ulla fino ad approdare a Padrón, il porto fluviale della città romana di Iria Flavia. Arrivò su una nave di pietra, riferendosi probabilmente a una delle navi che, a quell'epoca, trasportavano minerali dalla Galizia ad altri luoghi dell'Impero romano e poi, circa 25 chilometri a piedi fino a Santiago de Compostela. Ogni estate si organizza una vistosa processione marittimo-fluviale con varie imbarcazioni adornate e con una straordinaria partecipazione di pubblico, proveniente dai vari porti della Ría di Arousa e con destinazione a Pontecesures e Padrón. Un territorio di grandi paesaggi e spiagge, ricco di storia e etnografia.


SANTAGO DE COMPOSTELA

Le varianti e gli incroci di itinerari sono davvero molti e possono essere più o meno interessanti. Ma come lo si voglia iniziare, la tappa finale, universalmente riconosciuta, è la città di Santiago de Compostela. Pur non essendo il capoluogo di provincia, che infatti è la vicina La Coruna, la città con poco meno di 100 mila abitanti, attrae centinaia di migliaia di pellegrini ogni anno ed è sede del governo autonomo galiziano (la Xunta de Galicia), oltre che sede universitaria plurisecolare e patrimonio dell’Umanità dal 1985.

Ciò che affascina di questa città, che potrebbe essere tranquillamente tappa di un tour o visita da classica capitale europea, è il continuo saliscendi di strade e vicoli che interessano il suo bellissimo centro storico che, inutile dirlo, si sviluppa intorno al nucleo della Cattedrale e della Praza do Obradoiro. La sua bellezza però colpisce anche in una delle altre decine di piazze e strade (rua) che offrono scorci panoramici sensazionali, a volte dal fascino un po' decadente.

La sensazione che si prova ad arrivare dall’alto della depressione in cui è collocata è quella di avercela fatta, anche se, in realtà, l’annuncio che della città si possa avere da qualunque punto di ingresso del Camino, non è altro che un assaggio della bellezza nascosta nel suo cuore.

E’una città che mantiene il concetto di fatica avuto durante tutto il pellegrinaggio. E’ sofferenza finale del percorso, proprio per la sua posizione geografica, è liberazione e meraviglia una volta raggiunta la cattedrale e tutti gli splendidi palazzi delle piazze intorno come il Parador de Santiago, sede di un lussuoso hotel, o il Palacio de Raxoi, l’Hospederia San Martin Pinario o il Seminario Mayor, la Praza de Quintana o semplicemente raggiungere Rua das Carretas per far visita all’Ufficio del Pellegrino e ritirare la Compostela. La Maestosità della cattedrale è, però, ciò che colpisce di più, sia il pellegrino che il turista. La sua facciata in Praza do Obradoiro, attraverso il Portico da Gloria incute quasi timore alla vista, mentre l’ingresso dalla Porta Santa da Praza de Quintana, che sarebbe poi l’ingresso ufficiale del pellegrino suscita l’emozione dell’ultimo passo alla fine del traguardo, più austera, ma senza dubbio più significativa.

Una delle esperienze più forti in città è quella di assistere al lancio del Botafumeiro. Per omaggiare i pellegrini giunti a Santiago de Compostela, all’inizio della messa, viene letto l’elenco di tutti i pellegrini giunti quel giorno e che sono passati dall’ Ufficio del Pellegrino. Vengono letti anche il luogo di inizio del pellegrinaggio e la nazionalità o provincia spagnola di provenienza.

Il Botafumeiro, è il più grande incensiere del mondo ed è il simbolo della cattedrale di Santiago de Compostela. Viene messo in funzione nelle cerimonie principali e tutti i venerdì (tranne il Venerdì Santo) alla messa delle 19:30. Pesa 53 kg ed è lungo 1,50 m ed è sospeso ad un’altezza di 20 metri. Viene messo in funzione facendolo dondolare da parte di 8 uomini (chiamati “tiraboleiros“) dalla cupola centrale della cattedrale, da dove è appeso, mediante un complesso sistema di pulegge, verso le navate laterali a una velocità che raggiunge i 68 Km orari.

La Santiago moderna si snoda invece attraverso un dedalo di ristoranti e piccoli locali, attratti dagli enormi flussi turistici. Trovandosi a pochi chilometri dall’Atlantico, inutile dire come le specialità di mare la facciano da padrone, rispetto magari agli straordinari sapori dell’entroterra galiziano o asturiano.

Frutti di mare a go go (tra tutti i carissimi percebes, rarità da provar almeno una volta) e pesce freschissimo ogni giorno. Nulla da dire nemmeno sui vini, data la geografia della regione, che ha saputo negli anni dar vita ad alcune delle etichette più apprezzate di Spagna. Prezzi da grande capitale ovviamente, ma soddisfazione piena per il palato.

Caratteristica inusuale per una cittadina così piccola è la grande presenza di laboratori e studi di tatuatori. Probabilmente l’idea e la consapevolezza di voler iniziare il cammino e di riuscire a portarlo a termine perché si è giunti proprio in città ha suscitato il desiderio di bloccare nel tempo, come in una fotografia, questa incredibile esperienza. Ovviamente ho ceduto pure io.

Per i veri appassionati c’è un ultimo sforzo da compiere. Ci sarebbe ancora un itinerario da percorrere, cioè il Camino di Finisterrae e Muxia, cioè poco meno di 90 km che separano Santiago dalla Costa da Morte, l’estremo lembo occidentale della Galizia che vede il punto più estremo nel Cabo de Fisterra, la Fine del mondo oltre il quale domina solo l’oceano. Al di là del percorso, sicuramente molto suggestivo, l’idea di completezza del proprio compito si ha solo raggiungendo questo baluardo. Il santuario e il faro che rappresentano il luogo del Km o, cioè il posto dove tutto finisce, è un luogo di una straordinaria bellezza scenografica e panoramica, battuto costantemente dal vento. Diventato area protetta, l’immagine più forte che possa regalare è la coppia di scarponi in ottone messa su un masso a testimoniare la fatica del pellegrino, ma la soddisfazione dell’impresa, spesso nella solitudine del promontorio. Le emozioni, almeno per quel che mi riguarda, sono fortissime. E’ sicuramente l’immensità dell’oceano e la fatica dei giorni precedenti a giustificare il pianto liberatorio che spontaneo nasce, seduto a strapiombo sul mare, di nuovo solo ma soddisfatto.


Chiunque tu sia, pellegrino o uomo, il Cammino ti ha cambiato, seppur per un breve periodo. Il ricordo delle forti emozioni provate non passerà mai. E se sei, invece, interessato a provarlo, non resta che dire soltanto “Buen Camino!!!”

 

 

 

 

 

 


 

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