Avventura svizzera

Dalle acque alle vette

23 agosto 2021 - Gerry Filippi - 18 Min

Se dici Svizzera pensi immediatamente ai classici paesaggi invernali, alte vette, piste da sci o il treno del Bernina?

Beh un pò tutto questo, perchè come se fosse la base minima da cui partire. Il " fatto! " su cui mettere la bandierina. Con nostro sommo stupore, ma è molto di più!!!

Day 1: il nostro viaggio inizia a Milano, dove atterriamo all'aeroporto di Malpensa. Giusto il tempo di ritirare l'auto e di iniziare il nostro percorso on the road lungo tutta la dorsale est della nazione. Superata la frontiera a Chiasso, e lasciataci Lugano alle nostre spalle, iniziamo subito a salire di quota e ad essere circondati da pareti rocciose e paesaggi di un verde accecante. Il canton Ticino, che è il primo che si attraversa entrando in Svizzera dal versante sud ovest, è affascinante anche perchè ricco di dirupi e speroni con abbarbicati stupendi castelli o rocche medievali, cosa che è difficile trovare nel resto della nazione.

Fate attenzione perchè i limiti di velocità sono fissi su tutte le strade della Svizzera ed i controlli, specie nel Ticino, sono ferrei ed implacabili. Ricordate anche, se non avete intenzione di acquistare una scheda telefonica locale, che il costo del roaming è molto elevato. Meglio sfruttare il wifi quando se ne trova uno free.


Dopo circa 4 ore di strada raggiungiamo la nostra sistemazione sul lago di Costanza, meglio noto come Bodensee. Fa inaspettatamente tanto caldo per essere una della nazioni, anzi la nazione con la maggior parte del territorio ricoperto dalle montagne!!!

Il lago di Costanza o Bodensee si affaccia sulle tre nazioni confinanti, cioè oltre la Svizzera, anche Austria e Germania. E' un luogo molto tranquillo e la bellezza del tramonto con i cigni che nuotano sulle sue acque rende tutto molto più ovattato e meraviglioso.


Day 2: è oggi che inizia la nostra avventura in terra elvetica. Prima tappa è rappresentata, a circa un'ora dal nostro alloggio, dalle mitiche cascate del reno, le Rheinfall, che trovano il loro punto di rottura nella località di Schaffausen. Si tratta delle più estese cascate dell'Europa continentale, escludendo ovviamente quelle islandesi, che sono formate dal Reno in uscita dal Bodensee e che precipitano per circa 23 m in un fragore assordante. La bellezza del posto non ha eguali. Noi le visitiamo dal lato svizzero, tramite l'accesso dal castello di Laufen. Per soli 5 Franchi svizzeri d'ingresso, si possono godere vari punti panoramici su varie terrazze: da quella a livello del fiume, dopo il salto, da cui partono i battelli che attraversano le onde e gli spruzzi fino alla roccia che si eleva al centro delle cascate, su cui sono presenti delle scale che portano fino al punto più alto dove è issata la bandiera svizzera, fino alle altre piattaforme a vari livelli di altezza ( tra l'altro si scende dal castello con un ascensore in vetro panoramico) e da cui la vista è davvero ravvicinata. Una in particolare si raggiunge attraverso una fenditura nella parete rocciosa, quasi l'ingresso ad una piccola grotta, che conduce proprio dove il fragore e l'acqua sono più facilmente raggiungibili.


Forte l'emozione, perchè dal parcheggio, fino a quasi ad arrivare al fiume, è tutto nascosto ed attutito dalla foresta, che ricopre suoni e vista, nonostante le piogge nei giorni precedenti al nostro arrivo abbiano aumentato notevolmente la portata del fiume e quindi reso più imponenti le cascate stesse.

          


Lasciateci alle spalle imponenti Rheinfall, ci dirigiamo in un paesello da favola, posto ad appena 20 minuti. L'atmosfera che si respira è quella tipica delle favole di Anderssen. Siamo a Stein am rhein. Ad iniziare dal parcheggio per accedere al villaggio medievale, complice la straordinaria giornata di sole, famiglie e gruppi di ragazzi sostano lungo il fiume bivaccando o giocando. Alcuni tentano anche il bagno nelle fredde acque del Reno.  Si accede al paesello attraverso un'antica torre dell'orologio. Quello che si presenta ai nostri occhi è un tipico villaggio alsaziano, cioè con le case a graticcio e le insegne di metallo ad indicare botteghe e corporazioni. Costruzioni di ogni colore e manto stradale fatto di sassi. La particolarità è che nella parte alta del villaggio, cioè verso il municipio e la piazza centrale, tutti i palazzi sono decorati esternamente con dipinti rappresentanti gesta di eroi o personaggi del luogo. Tutto bellissimo. Molti i turisti seduti sui tavolini delle locande collocate lungo la via principale. La sensazione quasi intima che quel villaggio trasmette è unica, perchè è qualcosa che magari hai già visto da altre parti e non ti aspetti lì, e proprio per questo è come se fosse stato dimenticato dal tempo da qualcuno, in una storica e immaginaria fuga verso altre terre.


         

La torre che chiude il centro storico dal versante opposto è anche più bella di quella che da vita al principale accesso: infatti è decorata con teste di drago dorate, che sotto il sole cocente , rende tutto molto più splendente  e luccicoso.


Da Stein am rhein ci spostiamo di circa mezzora altra per raggiungere la tedesca Costanza. Bellissima città di circa 85mila abitanti che vede nella sua cattedrale romanica, ma dalla guglia gotica, il suo punto di riferimento. Ci approcciamo a Costanza dal lato svizzero, cioè dalla città di Kreuzlingen. Dal parcheggio sul lungolago, nei pressi del parco Sea life e della ruota panoramica, affrontiamo a piedi il percorso che ci porta verso la vivace area fronte lago del vecchio porto, ricchissima di ristoranti e locali e con numerosi punti di attracco dei traghetti che portano a spasso i turisti per il lago. Da qui, a controllare l'ingresso, l'enorme statua di calcestruzzo chiamata Imperia, dalle sembianze femminili, che regge in una mano l'imperatore Sigismondo, che indisse il concilio di Costanza, e nell'altra il papa Martino V, che fu eletto in quel concilio. Particolarità, oltre al fatto che le figure sono nude, è che la statua ruota su se stessa compiendo un giro ogni 3 minuti.

Dal fronte lago ci addentriamo in centro città grazie ad un sottopassaggio pedonale che ci consente di superare l'ostacolo binari. Il centro storico che si apre ai nostri occhi è un insieme di palazzi storici, molto austeri e teutonici, ed altri più moderni. Le stradine che portano alla cattedrale sono molto piacevoli da percorrere perchè molti negozietti e gallerie d'arte sono collocati proprio nei palazzi storici. La cattedrale è un concentrato di forza, eleganza, austerità e pulizia germanica nelle linee. In un parola, romanica. Anche se il verticalismo della guglia centrale è tipico del gotico centro europeo. Anche il suo interno rispecchia lo stile della facciata, ma il rigore ha lasciato lo spazio a decorazioni più sfarzose e ricche, come le bellissime vetrate colorate delle cappelle laterali. Tutto a Costanza, almeno nel suo centro storico, dà l'idea di non essere in Svizzera, ma in Europa. La gente vive più intensamente le belle giornate nelle piazze e nei locali, gode di una gita in barca, visita un museo o beve una birra o gusta un gelato in uno dei tanti bar o caffetterie del centro. Sicuramente una tappa che riceve la nostra approvazione!!!

                   


Day 3: dal nostro alloggio partiamo in direzione di una delle più belle città della nazione, cioè Lucerna. Collocata strategicamente nel centro della Svizzera, sulle sponde del lago di Lucerna e circondata dalle montagne, tra cui il bellissimo monte Pilatus che svetta sulla città quasi a protezione dei suoi abitanti, Lucerna è un centro medievale conservato benissimo e con numerose attrazioni per i turisti curiosi. Arriviamo e sistemiamo l'auto in uno dei mega parcheggi elevati che sono disseminati un pò in tutti i centri abitati della Svizzera. Per nostra fortuna è posizionato proprio di fronte all'ingresso di uno dei siti che vogliamo visitare. Il Bourbaki Panorama, edificio dedicato alla guerra franco-prussiana e che ospita un museo, ma soprattutto  l'Alpineum, museo che ospita dipinti dei panorami alpini, che invita alla visita del giardino del monumento del Leone. Una grandiosa scultura nella roccia della parete, dedicata agli eroi della guerra delle Tuileries. Dal monumento, attraverso i giardini della chiesa cattolica di Hofkirke, dedicata a San Leodegardo, raggiungiamo il bellissimo lungolago di Lucerna, su cui si affacciano alcuni dei palazzi ed hotel storici della città. Proseguendo in direzione sud, arriviamo alla principale attrazione, cioè il Kappellebrucke, il bellissimo ponte pedonale di legno, costruito intorno al 1300, decorato nel suo interno, sotto ogni trave, con decine di pannelli affrescati e commissionati dai ricchi e dai mercanti della città. Una passeggiata nella storia che culmina con la torre nell'acqua. Lungo i suoi 170 m il ponte è un susseguirsi di vasi e fioriere, poste esternamente, che donano alla costruzione un aspetto molto più campagnolo e artistico.

Dal ponte procediamo lungo il fiume Reuss, che esce da lago che in realtà è denominato dei 4 Cantoni, ed approfittiamo per una sosta pranzo, rinfrescandoci con i piedi a mollo nelle fredde ma rigeneranti acque del fiume. Riprendiamo il cammino entrando attraverso lo Spreuerbrucke, più piccolo del primo, nella Altstadt della città, cioè il centro storico. Anche questo è un bellissimo esempio di medievo conservato all'interno delle mura dei bastioni. Un classico saliscendi di viuzze dove, oramai, i vecchi e autentici negozi di un tempo, sono stati rimpiazzati da store di catene più usa e getta e dalle immancabili orologerie: dopo tutto siamo in Svizzera!

Anche oggi la temperatura è niente male ( troppo caldo per una sana passeggiata), ma i portici o le strette vie consentono di trovare un pò di refrigerio, ammirando qua e là le bellissime insegne in metallo decorate tipiche del Nord europa.

La giornata volge al termine, ma la soddisfazione per questa gita urban life è comunque alta. Anche dalle banchine del lungo lago di Lucerna partono i battelli che permettono di avere una visita completa del lago dei 4 Cantoni, incastonato come è tra le splendide montagne delle alpi bernesi.

     


Day 4: la giornata inizia col solito trasferimento in auto, ma le soprese che si susseguono sono una più entusiasmante dell'altra. Prima tappa le gole del fiume Aare, quello che attraversa la capitale Berna e che viene propriamente definito il più lungo ed autentico della Svizzera, perchè nasce dalle sue alpi e, dopo aver formato due spledidi laghi come quello di Thun e quello di Brienza, muore nel Reno. La gola dell'Aare è situata tra le località di Meiringen e Innertkirchen nella Valle dell'Hasli nell'Oberland Bernese. È lunga 1,4 chilometri e profonda anche 200 metri. L'ingresso principale della gola si trova 1 km a est della cittadina di Meiringen. Dopo aver acquistato i biglietti si percorre un sentiero asfaltato fino all'ingresso in una sorta di caverna. Anche oggi la temperatura è più che piacevole, ma lo sbalzo termico, varcata la soglia, è repentino. Lo scenario che si apre è tipico delle avventure da Indiana Jones: il fiume Aare, che assume una colorazione tra il grigio e il turchese, si insinua nella roccia ed una passerella in legno accompagna tutto il suo percorso, sia all'interno della montagna che all'esterno. La sensazione è stranissima perchè è come se il mondo esterno non ti appartenesse più, ma tu fossi ormai parte della roccia, del fiume e della natura. Il sentiero sinuoso, quasi il dorso di un serpente, è una passeggiata tutta su un livello, finchè, finita la passerella, si passa sulla terraferma, fino a salire al punto di ristoro posto sulla vetta della gola. Si può uscire da quel versante, ma la nostra auto era al parcheggio collocato al livello del fiume, oppure tornare indietro ripercorrendo a ritroso il passaggio, magari notando spunti panoramici nuovi. In una delle anse del fiume, su una specie di pedana palcoscenico, si era posizionato un suonatore di corno alpino, quei corni in legno lunghissimi e dal suono profondo e cavernoso, che intonava qualche motivetto, sicuramente della tradizione musicale del luogo. L'aspetto è un mix tra babbo natale ed il nonno di Heidi, ma la magia mentre suona il corno va oltre il suo aspetto.

Dopo un breve ristoro pranzo ci dirigiamo verso quello che dovrebbe essere il punto di forza della giornata, anche se fin qui è tutto andato alla grande. Dopo aver costeggiato lo spettacolare lago di Brienza, dalle acque turchese scuro e con le piccole imbarcazioni a vela poste lì quasi ad aspettare uno scatto, arriviamo nella valle di  Lauterbrunnen, la valle delle 72 cascate. Il paesaggio è da mozzare il fiato. Il paesino di Lauterbrunnen si trova in una delle valli alpine più impressionanti, racchiusa tra gigantesche pareti rocciose e cime elevate. Con le sue 72 cascate fragorose e le sue valli appartate, i suoi alpeggi fioriti e i suoi hotel di montagna isolati, la Valle di Lauterbrunnen rappresenta una delle riserve naturali più importanti della Svizzera. Simbolo del villaggio è la Staubbach fall, una delle più alte cascate d'Europa, sicuramente la più scenografica. Dall'alto della parete rocciosa crolla giù sul villaggio fino a quasi a diventare una nuvola. La sera viene resa ancor più suggestiva dalla sapiente illuminazione posta per esaltarne la bellezza. Il paesino è un punto turistico pieni di piccoli alberghi. Si può raggiungere la cascata solo a piedi, perchè è nel centro, fino a percorrere una salita dove un balcone panoramico permette di stare  quasi dietro il flusso d'acqua. La salita non è una passeggiata facile perchè la pendenza è molto impegnativa, ma è breve. Tutto intorno un paesaggio bucolico con le caprette che brucano beate.

Una delle sorprese più gradevoli è che Lauterbrunnen è bella dal basso, ma spettacolare dall'alto. Infatti, per raggiungere il nostro hotel, situato nella località di Wengen, appena sopra, sulla balconata dalla quale si gode della vista dell'intera valle, occorre prendere un trenino che brucando quasi a zig zag sulle pareti che accolgono Lauterbrunnen, accompagna turisti e non sulla vicina Wengen, a circa 1200m. Da lì tutto è ancora più meraviglioso. Le montagne sembrano più vicine e maestose, le cascate visibili sono molteplici e l'aria che si respira sembra infondere serenità.

Dopo il check-in in hotel usciamo per una breve passeggiata in questo incanto e sostiamo sul belvedere di una chiesetta posto nelle retrovie del paesino, ma dal quale è possibile ammirare tutta la vallata. Ci sono, infatti, anche le indicazioni su cosa ci circonda, sulla classica foto dello skyline della valle. Aspettiamo il tramonto e poi il buio della notte per godere dello spettacolo della Staubbach illuminata e poi andiamo a cena. Ottima pizza da Sina, d'altro canto il pizzaiolo è napoletano!!!

     


Day 5 : altra giornata impegnativa. Dopo la ipercalorica colazione presso il nostro hotel, silberhorn.ch , scendiamo nuovamente verso Lauterbrunnen in trenino, ritiriamo l'auto dal parcheggio e ci indirizziamo verso il fondo della valle, precisamente a Stechelberg, dove parcheggiamo nuovamente e prendiamo la cabinovia che, in 3 soste con altrettanti cambi di mezzo, ci porta fino ai circa 3000m del monte Shiltorn-Piz Gloria. Il biglietto è acquistabile anche on line al costo di 108 CHF, circa 102€, ed è consigliabile farlo per evitare le code alla biglietteria. Prima sosta al villaggio di Murren a circa 1600m, seconda a Birg a circa 2600m, dove si può scendere e provare il brivido della passeggiata sulla rete metallica sospesi nel vuoto della parete o percorrere il sentiero di montagna fino al laghetto alpino. Ultima fermata a 2970 m. Piz-Gloria è la montagna dove girarono alcune scene del film James Bond-007 Al servizio segreto di Sua Maestà, per questo motivo è stato creato il Bond world, una sorta di museo interattivo con alcune delle scenografie dei film più noti e con una piccola sala cinema dove proiettano, ovviamente, solo film su James Bond. Al piano superiore il ristorante girevole ( compie infatti un giro completo ogni ora circa) e le terrazze panoramiche che danno da un lato sulla valle da cui si è saliti e dall'altro sulle 3 vette patrimonio Unesco della Svizzera: il complesso del Monch-Jungfrau ed Eiger. Il colpo d'occhio è da brividi. Qua e là sono anche posizionate delle gigantografie di James Bond o dei marchingegni, come quello che ti permette di scattare la classica foto all'interno del mirino, come fa James Bond in ogni suo film. Alcuni pareti con intagli in legno ti aiutano ad individuare la montagna che vuoi vedere, tracciandone il profilo e rendendoti più facile la ricerca.

Dopo qualche minuto di sosta decidiamo di non scendere alla seconda fermata per fare il sentiero alpino, ma di scendere direttamente dalla vetta alla stazione Birg, da dove ripredere la cabinovia. Esperienza incredibile fra rocce a picco, scorci di incredibile bellezza, ghiacciai e sentieri rocciosi. Faticosissimo, specie nella risalita, ma da raccontare. Una soddisfazione resa ancora più piena dal fatto che la fortuna ci ha accompagnato con una splendida giornata di sole, senza nuvole e temperatura sopportabile. La stanchezza è stata tanta, ma l'orgoglio di aver visto, affrontato e terminato l'impegno credo che abbia vinto su tutto. Il nostro rientro in hotel con un sorriso a 32 denti.

PS: i sentieri sono tutti tracciati ed indicati e per nessuna ragione al mondo occorre fare deviazioni. Il rischio di scivolare sulle rocce o sul ghiaccio o in acqua è alto. I soccorsi non hanno la stessa facilità di intervento come a valle. Scelte sagge perciò!

     


Day 6: ultima giornata di fatiche l'abbiamo dedicata ad un'escursione sulla carta, e solo sulla carta, semplice. Le nostre intenzioni sono quelle di raggiungere il laghetto alpino di Seealp see, una chicca incastonata tra le montagne. Ci sono due modi per raggiungere la destinazione: una volta arrivati al paesino di Wasserauen, dopo la stazione, lasciare l'auto al parcheggio e prendere il sentiero che si inerpica nella foresta. Consigliatissimo da tutti nonostante sia su un terreno non stabile, spesso i gradoni, apparentemente comodi, sono troppo pieni di sassi, ma per il 50% percorso nell'ombra della foresta, perciò più sopportabile nelle giornate in cui il sole picchia. Il secondo sentiero è su una strada asfaltata, per cui facile penserete voi, ma la cui pendenza è mostruosa: se fatto in andata e ritorno i muscoli delle gambe grideranno vendetta prima o poi.

Nonostante il primo percorso possa essere l'occasione giusta per invocare tutti gli dei dell'olimpo, raggiunto il punto più alto dopo il quale solo discesa, la meraviglia nei nostri occhi non può essere descritta con le parole: decine di bellissime vacche al pascolo o agli abbeveratoi, alcune tipiche casette di montagna e lo splendore del lago che compare al termine del sentiero. Il bosco che termina direttamente nelle verdi acque e delle piccole spiagge tutte intorno. I turisti che per recuperare dalle fatiche della scalata si bagnano tuffandosi e nuotando fino a dove non si tocca. La tentazione di fare lo stesso è alta, ma tranne un temerario, abbiamo preferito solo rinfrescarci fino alle ginocchia. Il laghetto è un susseguirsi di locations da selfie e da post instagrammabile. Ciliegina sulla torta, la visita ad un piccolo caseificio nei pressi del lago dove la vecchia proprietaria ci ha offerto ( al prezzo di 1,5 chf) un bicchiere di latte dei loro animali e del formaggio di montagna di stagione. Una squisitezza rara nel momento giusto della giornata perchè ha ricaricato le nostre batterie. Col pieno di energie affrontiamo la via del ritorno dal sentiero asfaltato e raggiungiamo il parcheggio dove, recuperando l'auto, facciamo rotta fino alla nostra sistemazione sul Bodensee.

La sera, l'ultima, decidiamo di fare un salto nella vicina Austria, precisamente nella bella località di Bregenz, dove il lago si gode con più ampiezza e dove il tramonto diventa un'opera d'arte. La città è vivibilissima, piena di ristoranti e locali, casinò, teatro dell'opera direttamente in acqua. Ne è valsa la pena cenare in questa bomboniera.

     


Day 7: la nostra ultima giornata in Svizzera, dopo una settimana di bel tempo, inizia con quello che ci saremmo aspettati come meteo per tutto il viaggio. Basse temperature ( finalmente anche) e pioggia. Decidiamo, prima di metterci sulla strada del ritorno, di fare un salto nella località di Appenzello, una sosta in un paesino turistico si, ma molto autentico. Qui si svolgono manifestazioni in maschera che coinvolgono sia persone che animali, ma, purtroppo, non in quel giorno. Edifici decorati, insegne tipiche in ferro e oro e tante bandiere. Bel intermezzo in un attimo di tregua dalla pioggia. Ulteriore sosta a Vaduz, capitale del Liechtestein, dove l' unica via pedonale, quella principale, è un susseguirsi di musei, opere d'arte ( tra cui quelle di Botero), banche e negozi. Attrazione visibile da questa via, il famoso castello posizionato in alto a guardia della città. Poi più nulla, solo diluvio fino a Milano dove termina la nostra avventura.

Post-it culinario:

Sono 3 le pietanze che ricorderemo da questo viaggio:

1 ) la Fonduta, ovviamente, uno dei più tipici e noti piatti della tradizione svizzera: si tratta di un mix di formaggi a pasta dura messi a fondere in una pentola in ghisa o terracotta. Aggiungendo vino bianco ( o prosecco), e dopo aver strofinato il fondo con uno spicchio d'aglio, si pone la pentola su un fornelletto a fuoco lento e con i pezzettini di pane, precedentemente tagliati a cubetti e, in alcuni casi fritti per dare più sapore, si intinge lo spiedo nel composto fuso. Il sapore è unico e le calorie anche, ma vuoi mettere la bonta?

2) il Rosti, una specie di focaccia di patate deliziosa. Si tratta di un composto di patate bollite e grattugiate, con pezzi di patata più grossi e, nel nostro caso, arricchite da pancetta a cubetti. Impastato per bene e messo a cuocere con sale, pepe ed abbondante burro. Diciamo che deve saper più di burro che di patate, ma anche qui l'acquolina è assicurata.

3) il Bratwurst o wurstel bianco, tipici della zona di San Gallo o dell'Appenzello. Sono di maiale, che deve nascere, ingrassare ed essere macellato in Svizzera, altrimenti non può essere marchiato dal sigillo OLMA, una sorta di marchio DOP locale. Inutile dire che cotto alla brace o sul barbecue è una prelibatezza niente male.

Poi paese che vai, usanza che trovi, quindi queste specialità avranno la loro variante anche a seconda di quale lato di questa o quella montagna lo si assaggi. E noi siamo pronti a ritornare per provare un altro versante.


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