La penisola dello Yucatan

Dall'eredità della civiltà maya alle spiagge di Isla Holbox

26 febbraio 2023 - Giacomo Sergio - 15 Min


Il Messico è uno dei paesi che è impossibile visitare in un solo viaggio, è molto grande ed offre un’ampia gamma di attrattive, ognuna delle quali merita il suo tempo per visitarla. A questo si aggiunge il mar dei caraibi per un relax lungo la costa, ed ognuno dunque scelga di quanti giorni di relax ha bisogno dopo un tour!

Sul nostro sito www.atuttomondo.it abbiamo inserito ovviamente anche il Messico ed a questo link potrai approfondire l’itinerario e capire se fa al caso tuo. Se vorrai unirti a noi saremo lieti di farti scoprire questo fantastico paese.

Sono stato nella penisola dello Yucatan proprio per fare un’esperienza diversa dal solito, senza pianificare troppo il viaggio e utilizzando i mezzi locali. Devo dire che la scelta è stata azzeccata e mi ha permesso di collaudare quello che abbiamo intitolato Yucatan low cost ideale per chi ama viaggiare zaino in spalla, in gruppo, ma più a contatto con i locali.

Il mio itinerario prevedeva il soggiorno in alcune località strategiche, questo mi ha permesso di visitare tutto, o quasi, quello che c’è nei dintorni.

Valladolid, la perla dello Yucatan

Una volta giunto a Cancun in tarda serata ed aver trascorso la prima notte in città, la mattina seguente, in circa un’ora e mezza di autobus mi sono spostato fino a Valladolid. Questa città si è molto ingrandita e sviluppata negli ultimi tempi, si trattava infatti di una piccola cittadina, ma il turismo ha contribuito alla sua crescita. La zona del centro conserva il suo aspetto tranquillo e a misura d’uomo, ed è facile da visitare a piedi. Il cuore della città è la piazza, il Parque Principal Francisco Canton Rosado, su un lato del quale si affaccia la Cattedrale di San Gervasio, bell’esempio di architettura coloniale. Dalla piazza si diramano stradine e viottole che vale la pena percorrere, una di queste è la Calzada de los Frailes, una via che un tempo congiungeva la città coloniale con l’insediamento maya di Sisal, primo collegamento tra i due mondi.

Valladolid è inoltre un luogo strategico da cui partire per numerose escursioni, per questo motivo ho trascorso tre notti in questo centro e da qui sono partito ogni giorno per nuove avventure. Innanzitutto in zona si possono visitare numerosi cenotes, dei quali è nel centro città e solitamente è sempre il primo che si visita: si tratta del cenote Zaci. C’è anche un ristorante con una terrazza con vista cenote, quindi il consiglio è di visitarlo prima della pausa pranzo per fermarsi poi al ristorante per un boccone.



Chichen Itza

Chichen Itza è senza dubbio uno dei siti maya più importanti del Messico nonché probabilmente il più famoso al mondo, una volta dunque aver speso la prima giornata per visitare la città di Valladolid è obbligatorio visitarlo. Sarebbe consigliabile svegliarsi presto, anche a costo di sacrificare la colazione in hotel, in questo modo si può godere del sito non ancora pieno di gente e si riesce ad entrare senza fare troppa fila. Il sito apre alle 8 e ci vogliono circa 45 minuti per raggiungerlo. Molto importante sapere che non è consentito portare treppiedi e stabilizzatori, inoltre occorre pagare 50 pesos messicani per poter scattare foto all’interno. L’area archeologica non appare mai stracolma di gente perché è molto grande e dunque i visitatori sono ben distribuiti all’interno del sito. Una volta entrati si percorre un viale, in parte all’ombra di una rigogliosa vegetazione e durante la passeggiata sono numerosissime le bancarelle in cui poter acquistare dei souvenir. Poco prima di uscire dall’ombra della vegetazione si inizia a scorgere il monumento più famoso di Chichen Itza, El Castillo, la piramide dedicata al dio Kukulkan, che è il centro del sito ed è una delle Sette Meraviglie del Mondo Moderno. All’ingresso si può contrattare una guida locale certificata, ma le guide in italiano non sono così numerose, quindi se non si conosce bene l’inglese o lo spagnolo è il caso di organizzarsi in anticipo, altrimenti si può fare tutto in autonomia e con calma leggere le didascalie poste vicino ad ogni monumento, in inglese, spagnolo ed in lingua maya! Oltre a El Castillo gli altri edifici più importanti del sito sono il Tempio dei Guerrieri, l’osservatorio astronomico (Caracol) ed il campo da gioco della pelota, talmente grande che si ritiene che non fu mai utilizzato per il gioco ma solamente per le cerimonie.


Nel sito bisogna assolutamente visitare anche il sacro cenote, attraverso cui i maya donavano oggetti e pietre preziose agli dei e sacrificavano essere umani, largo ben 60 metri e con uno strapiombo di 27 metri.

Dopo aver visitato per bene il sito archeologico di Chichen Itza sarà possibile dedicare il resto della giornata alla visita di altri luoghi di interesse. Io ho deciso di visitare diversi cenotes tutti i giorni in cui ho soggiornato a Valladolid, perché in posizione strategica e dopo la visita di Chichet Itza ne ho visitato un paio, ma ci tornerò in seguito per descriverli al meglio.


Izamal, il pueblo amarillo

Una menzione speciale va alla cittadina di Izamal, il pueblo amarillo con il centro tutto letteralmente colorato di giallo d’orato. Si fregia del titolo di Pueblo Magico, che il governo federale messicano assegna alle località meritevoli. Era un importante insediamento maya ed infatti troviamo i resti di 4 piramidi, una in particolare, quella di Kinich Kak dedicata a dio del sole, permette dalla sommità di godere della vista su tutto il territorio circostante. Da segnalare a due passi dal sito archeologico il ristorante Kinich https://restaurantekinich.com/ dove consiglio di fare una pausa pranzo e di assaporare la vera cucina della tradizione yucateca (ma di non perdere troppo tempo con le delizie locali!).

La città era un importante centro maya attraversato da due strade sopraelevate rivestite di stucco bianco, che collegavano i centri maya più importanti.  I conquistadores spagnoli distrussero gran parte delle costruzioni e li sostituirono con edifici coloniali e monasteri cristiani, tanto che Izamal divenne la prima sede vescovile dello Yucatan. Nel centro storico spicca il monastero francescano dedicato a San Antonio da Padova, ovviamente di colore giallo!

Ma perché questo pueblo è tutto colorato di Giallo?

La spiegazione è molto semplice: in passato la città ebbe un alcalde, un sindaco, che volle tinteggiare la città di questo colore. Con gli anni la vivacità del colore andò ad attenuarsi e non ci fu una manutenzione a riguardo. Fu grazie alla visita di Papa Giovanni Paolo II negli anni 90 che si ebbe l’impulso a ritinteggiare la città, da allora il colore è divenuto un tratto d’istintivo del pueblo.


La laguna di Rio Lagartos

Rio Lagartos è un pueblito costiero che si affaccia su una laguna, la Laguna Ria Lagartos, una riserva naturale che dal 2004 è protetta dall’UNESCO. Il nome come si può intuire deriva dalla presenza di numerosi lagartos, cioè alligatori. Una volta giunti sarà possibile fare un’escursione di un paio d’ore in lancia, visitando i punti più importanti della laguna. Durante l’escursione sono numerose le specie animali che si possono avvistare, a cominciare ovviamente dagli alligatori. Purtroppo ormai abituati alla presenza dell’uomo, si avvicinano alla lancia quando ci si ferma nei pressi delle mangrovie, in attesa di un boccone da parte del capitano della lancia. Questo però permette di avvistarli davvero da vicino. Numerosissime sono poi le specie di uccelli che abitano la laguna, come aironi, aquile, trampolieri, fregate e pellicani, che svolazzano in scia alla lancia per poi appollaiarsi a prua.

Una volta giunti su di una sponda della laguna il capitano invita a scendere, rigorosamente senza scarpe! Si cammina infatti su un terreno argilloso che si appiccicherebbe alle scarpe, mentre a piedi nudi in acqua è molto facile da lavare via. Si risale in lancia per visitare altre zone della laguna ma completamente cosparsi di fango, un fango che pare abbia dei benefici sulla pelle.

L’escursione in lancia dura circa un paio d’ore, la navigazione è veramente piacevole, anche solo per il paesaggio sulle due sponde della laguna. Si chiude poi in bellezza! Si giunge in zona della laguna più appartata, con l’acqua molto bassa, la lancia rallenta e si iniziano a scorgere gli eleganti fenicotteri rosa, che sembrano sincronizzati nei movimenti, uno spettacolo!

Si raggiunge poi una spiaggia su una sponda, dove è possibile fare un bagno veloce e togliere via il fango dalla faccia e dal corpo. Una volta “ripuliti” si torna in indietro e giunti al molo si può fare uno spuntino in uno dei ristorantini che affacciano sulla laguna, prima di proseguire con le visite della giornata oppure per rientrare a stomaco pieno a Valladolid.


Cenotes, tappa obbligata per ogni tour nella penisola dello Yucatan

Durante le visite nella penisola dello Yucatan ci saranno sempre dei cenotes nei dontorni, quindi occorre sempre uscire indossando o portando con sè il costume da bagno, con un ricambio ed un asciugamano tecnico che occupa poco spazio nello zaino.

Un bagno rinfrescante nelle acque cristalline di un cenote è proprio quello che ci vuole dopo la visita di un sito maya, sotto il sole cocente dello Yucatan.

I cenotes sono delle grotte circolari, molte delle quali con la volta collassata, ed erano per i maya dei luoghi importantissimi per l’approvvigionamento idrico, in quanto nella penisola non sono presenti fiumi e laghi in superficie. Ogni sito maya ha dunque nelle vicinanze dei cenotes, i quali avevano anche una funzione rituale, con doni agli dei e sacrifici umani.

Essendo numerosissimi è difficile scegliere quali visitare. Uno dei cenotes più belli e più famosi è sicuramente il cenote Yokdzonot, nella selva di Chichen Itza, ha un diametro di 40 metri e una profondità di 45. Essendo così largo vi penetra il sole illuminando le acque turchesi e rendendo il fondo più chiaro. Tutto intorno la riserva naturale di Yokdzonot offre anche delle aeree pic-nic, con tavoli e panchine per rilassarsi un po' prima di riprendere il cammino. La vegetazione rigogliosa crea una corona tutta intorno al cenote e le radici scendono lungo le pareti a strapiombo… uno spettacolo meraviglioso.


Il cenote che ho preferito è stato però il cenote Xcanché, nei pressi di Uxmal. Anche in questo caso perfettamente inserito dopo la visita del sito maya, per rinfrescarsi dopo il caldo ed il sole dell’area archeologica. Il cenote è in un contesto scenografico perfetto, ha un diametro di ben 50 metri, acque limpide color turchese, una cascatella che scende dalla sommità ed è pieno di piccoli pesci gatto. Come nel cenote Yokdzonot è possibile scendere con una zipline per poi tuffarsi nelle sue acque fresche. La cosa che mi è piaciuta di più e che differenzia questo cenote è la passerella che percorre tutta la sua circonferenza, questo permette dunque di percorrerlo e di tuffarsi in ogni punto, di scattare foto e girare video da ogni angolazione.

Ultimo cenote che segnalo è il Tsukan, in sé non è all’altezza degli altri due, la sua particolarità è la sacralità del posto per i maya. Una volta entrati nell’area del cenote, prima di raggiungerlo, immersi nella vegetazione è possibile assistere e partecipare ad un rituale di prosperità maya, qualcosa di molto particolare e suggestivo.

Ogni cenote ha un’area spogliatoio e docce, in alcuni è obbligatorio indossare giubbotti di salvataggio in altri è facoltativo. Le acque dei cenote è verissimo che sono fresche, o anche fredde, ma inspiegabilmente non si avverte il freddo ed al contrario ci si sente subito a proprio agio.


Merida, la capitale dello Yucatan

Una volta lasciata Valladolid si raggiunge Merida, la ciudad blanca, per soggiornarci un paio di notti. A differenza delle evidenti ragioni che determinano il soprannome di Izamal, pueblo amarillo, nel caso di Merida ci sono più versioni e tutte potrebbero essere quella giusta. Secondo alcuni dipende dai tradizionali abiti dei suoi abitanti o dal commercio di tessuti con l’Europa. Altra versione racconta che, per le prime costruzioni coloniali edificate sui vecchi insediamenti maya, fosse stata utilizzata una pietra bianca, oppure che la pietra locale utilizzata riflettesse la luce del sole tanto da apparire candida. Un’altra motivazione del soprannome, risale ai tempi della fondazione di Merida e racconta che gli spagnoli avessero edificato la città, ben separata dagli insediamenti maya e per questo motivo veniva chiamata città bianca, cioè la città dei bianchi, per distinguerla dalla città dei nativi. Inoltre passeggiando per le vie del centro, gli abitanti di Merida, molto amichevoli e ospitali, vi daranno la loro versione: molti di loro vi parleranno della pulizia delle strade della città, che effettivamente vengo pulite molto di frequente.


Il centro della città si sviluppa intorno a Plaza Mayor, da dove si diramano le vie principali. Qui si passeggia tra mercati, negozi di artigianato e numerosi ristoranti di cucina tipica. La Cattedrale di Merida è la più grande di tutto lo Yucatan e sorge su un vecchio sito maya. Sempre in Plaza Mayor si trova Casa Montejo, uno dei migliori esempi di architettura coloniale, risalente al XVI secolo. Per chi ha voglia di una lunga passeggiata, dal centro può percorrere il Paseo de Montejo, una strada fiancheggiata da ville e palazzi storici. Per quanto riguarda i musei sono interessanti il Gran Museo del Mundo Maya, il Museo antropologico ed il museo Macay (Museo di Arte Contemporanea). A cena c’è davvero l’imbarazzo della scelta, segnalo: La Chaya Maya Casona https://lachayamaya.com/ e il Museo de Gastronomia Yucateca mugy.com.mx


Ek Balam, Kabah, Uxmal e Tulum

Sono numerosissimi i siti archeologici che vale la pena visitare nella penisola dello Yucatan. Da ogni località si può andare in escursione per visitarne alcuni. Come detto in precedenza ogni sito maya ha poi nei paraggi più di un cenote, quindi il consiglio è di organizzare le giornate tra visite nei siti ed a seguire nei cenotes per rinfrescarsi.

Ek Balam

Da Valladolid oltre a Chichen Itza uno dei siti più importanti è quello di Ek Balam, tradotto dalla lingua maya giaguaro nero. Questa antica città maya è uno dei siti archeologici più grandi, caratterizzato dalla sua Acropoli alta quasi 30 metri, dalla cui sommità si può godere di un panorama su tutta la foresta circostante. Salire in cima è una bella sfacchinata, ma ne vale la pena, attenzione poi alla discesa perché è davvero molto ripida. Inoltre non sono molti i siti maya dove è possibile salire in cima ai ruderi, quindi occorre approfittare! Prima di arrivare in cima è possibile osservare lo stato di conservazione delle pareti stuccate della piramide, un’eccezione rispetto a tutti i siti archeologici maya. Questo aspetto, in aggiunta al fatto che il sito non è preso d’assalto dai turisti come altri, rende il sito di Ek Balam una tappa obbligata. Oltre alla piramide più alta è possibile salire anche sulle altre e ammirare il sito da più punti di vista. Dopo la visita al sito il mio consiglio è di fare una sosta al cenote Xcanchè.

Kabah


Una cosa è chiara, nella penisola dello Yucatan sono moltissimi i siti maya e molti sono ancora da scoprire. Visitando il sito di Kabah si ha la prova di come vengano trovate le rovine di questa antica meravigliosa civiltà. Prima di entrare nel sito, dall’altra parte della strada, c’è una zona dove gli archeologi sono impegnati a portare alla luce nuovi ruderi.

La vegetazione nei secoli ha completamente coperto tutte le costruzioni maya, tanto è vero che agli occhi dei non addetti ai lavori appaiono come delle colline. Sono in realtà dei ruderi che diventano dei cumuli di pietra. Operai e archeologi per prima cosa liberano i cumuli dalla vegetazione e dagli arbusti, scavano per eliminare le radici, ed infine fanno affiorare le costruzioni ormai completamente deformi. Catalogano ogni pietra e con pazienza assemblano il puzzle per ricreare il tempio, il palazzo o la piramide. Nei pressi del sito di Kabah è quindi possibile osservare come vengano trovati i ruderi maya, come l’uomo interviene per liberarli e come li ricostruisce!

Dopo si può attraversare la strada per visitare il sito di Kabah, meno famoso di altri e per questo meno affollato, ma sorprendente come i più visitati. In questo sito si visita il tempio Codz Poop, dedicato al dio della pioggia Chaac, costruito anche con lo scopo pratico di raccogliere le acque piovane. Si può notare la pendenza verso il centro data al piazzale, allo scopo di convogliare le acque in cisterne appositamente costruite. Il tempio è comunemente chiamato il Tempio delle Maschere, per via delle oltre 250 riproduzioni della maschera della divinità, che adornano le pareti dell’edificio del palazzo.

Nel sito si possono osservare anche le statue dei re maya ed il Palazzo, l’edificio più grande del complesso archeologico di Kabah.

Uxmal


Probabilmente il sito di Uxmal è paragonabile al sito di Chichen Itza, per molti anche più bello. In effetti la sua grandezza è notevole e senza dubbio occorre visitarlo, sono numerosissimi i palazzi che si possono osservare. Dal 1996 è Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, al suo interno spicca la famosa Piramide dell’Indovino, alta 30 metri, molto diversa da altre piramidi e con una sua architettura tale da renderla unica. Quello che si vede non è altro che l’involucro esterno, costruita a più riprese coprendo il tempio precedente, al suo interno infatti sono quattro i tempi che l’hanno preceduta. La città di Uxamal fu tanto importante che estese il suo dominio anche su altre città circostanti ed il suo nome tradotto significa “tre volte ricostruita”, mentre il suo declino fu dovuto alla scarsità di pioggia che ne condizionò l’approvvigionamento idrico. Tra gli altri edifici degni di nota c’è il Quadrilatero delle monache, costituito da quattro edifici per un totale di ben 74 stanze, il Palazzo del Governatore, la Casa delle Tartarughe e la Colombaia. Inoltre in questo sito è presente il campo della pelota, dalle dimensioni “normali” e non ciclopiche come a Chichen Itza, il che fa pensare che qui si utilizzò il campo effettivamente per giocare e non solo a scopi cerimoniali.

Tulum


A Tulum oltre a poter godere del mar dei caraibi è possibile visitare un importante sito maya. La caratterizzazione della vecchia città maya di Tulum è la costa, infatti su un lato affaccia su un’alta scogliera, che ne segna il confine occidentale e la difendeva, insieme alle grandi mura sugli altri lati, dalle invasioni nemiche. La scenografia del sito è davvero unica, tra vegetazioni, palazzi, piramidi e l’oceano. Le proporzioni di Tulum sono completamente uniche e differenti dalle altre città maya, qui gli edifici non hanno le grandi dimensioni che si trovano altrove, le costruzioni sono tutte più piccole. L’edificio principale è El Castillo, quello che è presente in ogni cartolina di Tulum, che sarà difficile fotografare con poca gente intorno se non si arriva nel sito di buon mattino. Tulum era un importante snodo commerciale per l’impero maya essendo l’unica città costiera, furono dunque i suoi abitanti i primi a scorgere le navi spagnole prossime a raggiungere la costa.



Isla Holbox

Se avete intenzione di fare un po' di mare meno scontato, evitando le folle della Riviera Maya, Holbox fa al caso vostro. Non che sia poco turistica, ci va molta gente, ma è meno “europea” rispetto alla riviera e con un affezionato pubblico statunitense.


Da Merida in circa 6 piacevoli ore di bus si giunge nel pueblo di Chiquila, da qui ci si imbarca in direzione Isla Holbox, una piccola isola sulla punta settentrionale dello stato del Quintana Ro, dove il Mar dei Caraibi incontra il Golfo del Messico. Offre un senso di pace e tranquillità, ben diverso dalla frenesia turistica della Riviera Maya. Fino a non molto tempo fa si trattava di un semplice villaggio di pescatori, dove non ci sono strade asfaltate e dove si circola solo in golf cart. Oggi la sua popolarità è comunque in crescendo, non solo dagli amanti del “fai da te”, ed il turismo inizia a svilupparsi.


Il nome dell’isola ha un’origina ignota. Si pensa che possa derivare da un termine maya che significa acqua nera, con riferimento alle sorgenti naturali presenti sull’isola, che a causa della loro profondità fanno apparire l’acqua molto scura. L’isola fu comunque abbandonata dai Maya ben 300 anni prima che arrivassero gli europei. Oltre a godere delle sue meravigliose spiagge, da giugno a settembre è possibile l’avvistamento dello squalo balena. In questo periodo si organizzano numerose escursioni, che permettono di nuotare insieme a questo splendido e mite animale. Durante i mesi estivi le acque circostanti l’isola sono piene di plancton, micro-organismi che sono alla base della catena alimentare. Questo permette nelle ore notturne di ammirare il fenomeno della bio-luminescenza.

Il Messico è un paese che è spesso individuato come una vacanza al mare, nonostante offra tantissimo da vedere, ma anche per chi ha voglia di un tour come questo appena descritto, qualche giorno al mare è la chiusura ideale di un fantastico viaggio. Negli ultimi anni il fenomeno del sargasso è diventato sempre più frequente, a causa dei cambiamenti climatici e dell’aumento delle temperature dell’oceano. Si tratta di un’alga che dal sud America, spinta dalle correnti, finisce con depositarti lungo le coste della penisola dello Yucatan. Isla Holbox è il posto ideale dove si riesce spesso a scongiurare questo rischio, ecco dunque un altro motivo per organizzare il soggiorno sulle spiagge di questa meravigliosa isola, evitando la costa da Cancun a Tulum e le frequenti montagne di alghe sulle spiagge della riviera.


Tra le spiagge dove andare a rilassarsi a Holbox ci sono Playa Coco e Playa Mosquitos, fuori dal pueblito, ben isolate e con un’atmosfera rilassata. Sabbia bianca, acque basse e cristalline, sono un sogno che si realizza! Mentre per l’aperitivo al tramonto c’è Playa Holbox direttamente nel puebo, dove ci sono hotel e chiringuito sul mare, dove sarà piacevole sedersi a sorseggiare un drink ed ascoltare musica live. Qui si trovano le Letras Holbox per un’immancabile foto ricordo.


Almeno tre notti a Holbox sono necessari per entrare nel mood dell’isola, per godere delle sue numerose spiagge caraibiche e per effettuare alcune escursioni.

Un tour esplorativo interessante che permette di scoprire il meglio della penisola dello Yucatan, coniugando il glorioso passato della civiltà maya, il folklore e la tradizione che il Messico conserva e difende e la natura a tratti incontaminata e selvaggia. Per finire un po' di sano relax sulle meravigliose spiagge di Holbox, al riparo dal rischio del sargasso e fuori dalla frenesia della riviera maya.


Per dare uno sguardo al nostro itinerario clicca qui: Yucatan low cost








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