Scozia tra castelli e fantasmi

Curiosità storiche, tra miti e leggende, di alcuni dei luoghi più misteriosi della storia

01 giugno 2021 - Gerry Filippi - 8 Min

Pochi paesi al mondo, che non siano nazioni collocate in Europa, vantano una tradizione di racconti spettrali o storie più o meno fantastiche, o almeno misteriose, come può fare la Scozia. Leggende di fantasmi, strani delitti, camere segrete e oggetti che si muovono autonomamente sono all’ordine del giorno nei castelli o nelle dimore storiche di tutta la nazione.

Non esiste paese o villaggio che non abbia una storia legata a qualche dama vagante nella notte, in cerca di un qualcosa che nemmeno l’eternità potrà donarle, o qualche malefico patto o misfatto compiuto da questa o quella casata. Nel nostro viaggio in Scozia (per approfondimenti potrete leggere Whisky on the fields, atuttomondo.it ) tra i tanti ne abbiamo selezionati tre, in ordine non di importanza, ma di visita in virtù del nostro itinerario.

Già a cominciare dalla mistica Edinburgo si può avere un assaggio grazie ai Ghost Tours organizzati per far vivere ai turisti l’esperienza notturna in città attraverso vicoli oscuri, cimiteri, come quello di Greyfriars, bassifondi ed edifici legati a trucide storie di violenza e torture (www.freeghosttour.com ne organizza uno di 1h e mezza totalmente gratuito).

 

 

 

GLAMIS CASTLE


La nostra prima tappa è il bellissimo castello di Glamis, nella contea di Angus, definito come il più infestato del mondo. Ecco la sua storia.

Il castello di Glamis e le sue terre oggi sono in mano ai conti Strathmore e Kinghorne, ma esistono tracce di vita risalenti all’epoca preistorica, come le pietre PITTE, steli monumentali lasciate dalla omonima popolazione dei Pitti. La struttura, probabilmente in origine un casino da caccia, fu donata da re Roberto II Stuart a Sir Jhon Lion nel 1372, ma pare che ben oltre 300 anni prima la sua terra fu già sede dei primi assassini, come quello di Re Malcolm II nel 1034. Proprio la carneficina del re è oggetto di una delle storie macabre relative al castello. La grossa macchia di sangue, ancora oggi visibile sul pavimento, sarebbe proprio da attribuire alla sua uccisione.

Nel 1537, la vedova di Lord Glamis, Lady Janet Douglas, fu accusata di stregoneria dal re Giacomo V di Scozia e bruciata via, pare per ripicche reali, sulla spianata del Castello di Edinburgo.

Dopo gli interventi avvenuti nel 17-18 secolo, del nucleo originario è rimasto il cuor centrale del castello nella sua versione moderna.

Nei secoli ebbe anche ospiti illustri, come la regina Elisabetta, che trascorse qui la sua infanzia, in quanto residenza della Regina Madre.


 

LE SUE LEGGENDE


Il suo primo proprietario riconosciuto, Sir John Lion, viveva nel castello di Forteviot, dove la leggenda narra dell’esistenza di un calice che non doveva essere assolutamente spostato da dove fosse collocato, pena indicibilI torture e sfortune per il proprietario che non avesse obbedito. Ovviamente Sir John disubbidì portandolo a Glamis, dando così inizio ad una serie di sfortunati eventi per tutte le sue generazioni future, ad iniziare dalla sua morte in duello 11 anni dopo.

Quando nel XVII secolo l’edificio passò nelle mani degli Strathmore, le dicerie, alimentate dal suo comportamento violento e dedito all’alcool e al gioco d’azzardo, raccontano della nascita di un suo figlio deforme che, per non essere visto dal nessuno, fu rinchiuso in una camera segreta del castello. Camera ancora oggi non scoperta nonostante le numerose ricerche.

Le leggende legate alla camera segreta continuano con la storia della partita a carte giocata da Lord Strathmore con il Diavolo, e miseramente persa, o ancora con la reclusione nella stessa di tutti i suoi nemici, lasciati lì marcire ed a nutrirsi della loro stessa carne, facendosi a pezzi l’un l’altro. A dimostrazione di ciò, la segnalazione di due fantasmi, uno nero ed uno bianco, vistisi aggirare nei pressi del castello.

Agli inizi del ‘900, il XVI conte di Strathmore, proprio per individuare questa stanza, organizzò una festa invitando gli ospiti ad appendere un lenzuolo bianco ad ogni finestra, evidenziando quindi le camere raggiungibili, con quella segreta che avrebbe avuto la finestra senza lenzuolo. Ben sette finestre ne erano sprovviste. La ricerca delle corrispondenti stanze fu ovviamente infruttuosa.

Anche lo scrittore Walter Scott si dedicò alla ricerca della stanza segreta. Scott racconta di essersi avventurato nei corridoi del castello accompagnato da un valletto e di aver visto una luce brillare, seguita dalla comparsa di due nobili, uno dei quali doveva essere proprio Lord Patrick Strathmore. Questi fantasmi, seduti attorno a un tavolo, giocavano a dadi, imprecavano, bevevano e maledicevano Dio. A coronare la sinistra visione, anche la comparsa del demonio, attirato dalle bestemmie, nella stanza.

Ancora oggi qualcuno dice di aver sentito provenire da qualche parte del castello un chiaro rumore di dadi che scivolano sul tavolo.

Infine, pare che la famiglia Strathmore nasconda un orribile segreto che debba essere tramandato dal discendente maschio al 21°compleanno del figlio e che nessuno possa sopportare di conoscere e condividere, ad eccezione del designato erede. Nei primi anni del Novecento, però, il XIII conte di Strathmore, Claude Bowes-Lyon, a ventun’anni, ammise pubblicamente l’esistenza di un segreto che riguardava la sua famiglia e ad un suo amico rivelò le seguenti parole: “Se solo sapessi la natura del nostro segreto ti getteresti in ginocchio e ringrazieresti Dio per esserne immune”.

Oggi della discendenza della famiglia di Strathmore rimane solo la nipote, che ovviamente non è a conoscenza, anche se al giardiniere di corte pare più volte abbia tentato di estorcere la verità, e lui imperterrito abbia risposto che “è fortunata a non conoscerla, altrimenti sarebbe la più infelice fra le donne”.

Link al sito ufficiale https://www.glamis-castle.co.uk/

 

 

DUNNOTTAR CASTLE


Il castello di Dunnottar si trova su uno sperone roccioso a pochi passi dal villaggio di mare di Stonehaven, vicino Aberdeen.

Il nome Dunnottar deriva dalla parola Pittica “Dun” che significa fortezza o luogo di resistenza. Il sito dove sorge il castello fu abitato fin dall’antichità dalla popolazione pre-celtica dei Pitti, cioè sin dal 5000 a.c circa. L’importanza del luogo per quest’antica popolazione era probabilmente di carattere religioso. I Pitti erano dei politeisti ed adoravano gli spiriti della natura che dividevano in divinità maschili e femminili. Nel V secolo St Ninian portò il cristianesimo tra la popolazione dei Pitti, e scelse Dunnottar come sito dove venne costruita una delle sue numerose chiese.

Più tardi, nel IX secolo, il re Donald II, fu ucciso mentre proteggeva il castello da un’invasione vichinga: la sua morte fu tuttavia vana poiché il castello fu ugualmente distrutto. Nel XIII secolo divenne un insediamento cristiano e la prima cappella di pietra fu consacrata nel 1276. Le testimonianze storiche raccontano che William Wallace conquistò il castello, che durante la guerra d’indipendenza era in mano inglese, nel 1297 e diede fuoco a questa cappella con una guarnigione di soldati inglesi chiusi al suo interno. La cappella odierna fu ricostruita a seguito di questa vicenda, nel XVI secolo.

Dunnottar Castle fu la dimora di una delle più potenti famiglie in Scozia, i Conti Marischal. Proprio un componente di questa famiglia, Sir William Keith, il primo conte Marischal, costruì la Tower House, o The keep (il mastio). Il conte Marischal aveva una specifica responsabilità per gli eventi cerimoniali, per i gioielli della corona (Honours of Scotland) e per la sicurezza della persona del re dentro il Parlamento. Non era inusuale per i monarchi, inclusa poi Maria Stuarda, passare del tempo presso questo castello.

Fu acquistato dalla famiglia Cowdray nel 1925 e da allora è rimasto nella proprietà di questa famiglia ed aperto ai visitatori.

La più nota delle presenze legate al castello di Dunnottar è la Green Lady in a green plaid, la dama coperta da un manto di lana verde che è stata vista spesso nei pressi della panetteria fino alla birreria e poi sparire, alla ricerca di un bambino. Forse era uno di quei bimbi Pitti che nel V secolo fu convertito al cristianesimo. Altri avvistamenti riguardano un cane da caccia ed un uomo scandinavo che guarda in direzione del mare, aspettando chissà cosa. Mentre altri rumori sono stati registrati in altre zone del castello deserte.

Link al sito ufficiale https://www.dunnottarcastle.co.uk/

 

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DUNVEGAN CASTLE


Collocato sulla bellissima isola di Skye, nei pressi del villaggio di Dunvegan, fu fondato dalla famiglia Mac Leod nel 1200 e da allora è sempre rimasta nelle mani della stessa casata.


Storie di fate, magie ed avventure eroiche aleggiano intorno alle mura di questo edificio. Il suo vessillo più caro è la FAIRY FLAG, una striscia di stoffa color giallo pallido tutt’ora esposta all’interno del castello. La leggenda narra che essa fu donata dalle fate alla famiglia MacLeod in occasione della nascita di uno dei loro figli, e che abbia il potere di difendere per sole tre volte il Clan dal pericolo della morte in battaglia. Ed in effetti, fu tra il XV e il XVI secolo, durante due truculente battaglie contro invasori provenienti dalle Isole vicine, il capo Clan fece alzare la fairy flag sui bastioni e, dalla nebbia che avvolgeva il castello, si materializzarono centinaia di guerrieri, che condussero alla vittoria i Mac Leod. Avendo salvato il clan per due volte, la famiglia attende il terzo evento, poi dovrà riportare la bandiera dal donatore. Un’altra versione della stessa leggenda, afferma che la fairy flag sia stata donata al IV Capo Clan, Ian MacLeod, dalla sua amata moglie, che si rivelò essere una fata e, dopo venti anni di matrimonio felice, decise di tornare tra il suo popolo magico.

Secondo un altro filone il ritrovamento della Fairy Flag risale ai tempi delle Crociate, quando il mitico vessillo sarebbe stato portato da Harold Hardràda, Aroldo lo Spietato, re norvegese antenato del clan, di ritorno da una crociata e gli si attribuiscono poteri miracolosi. Il problema è che le crociate iniziarono quando Aroldo lo Spietato era morto da un pezzo!

Un altro reperto, a cui la famiglia dei MacLeod tiene molto, è il Corno di Toro, dal quale ogni erede deve bere un sorso di vino rosso. Si racconta che il terzo capo clan, Malcom MacLeod (1296 – 1370), mentre tornava a casa dopo una piacevole avventura con una signora sposata, fosse stato assalito da un toro, che riuscì comunque a uccidere con un semplice coltello. Come “ricordo” della sua avventura si prese un corno della bestia e fece anche mettere un toro nello stemma del Clan, tutt’ora visibile nel cimitero del blasone familiare.

LINK AL SITO UFFICIALE DI DUNEGAN CASTLE: http://www.dunvegancastle.com

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