Pochi paesi al mondo, che non siano nazioni collocate in
Europa, vantano una tradizione di racconti spettrali o storie più o meno
fantastiche, o almeno misteriose, come può fare la Scozia. Leggende di
fantasmi, strani delitti, camere segrete e oggetti che si muovono autonomamente
sono all’ordine del giorno nei castelli o nelle dimore storiche di tutta la
nazione.
Non esiste paese o villaggio che non abbia una storia legata a qualche
dama vagante nella notte, in cerca di un qualcosa che nemmeno l’eternità potrà
donarle, o qualche malefico patto o misfatto compiuto da questa o quella
casata. Nel nostro viaggio in Scozia (per approfondimenti potrete leggere
Whisky on the fields, atuttomondo.it ) tra i tanti ne abbiamo selezionati tre, in ordine non di
importanza, ma di visita in virtù del nostro itinerario.
Già a cominciare dalla
mistica Edinburgo si può avere un assaggio grazie ai Ghost Tours
organizzati per far vivere ai turisti l’esperienza notturna in città attraverso
vicoli oscuri, cimiteri, come quello di Greyfriars, bassifondi ed
edifici legati a trucide storie di violenza e torture (www.freeghosttour.com ne
organizza uno di 1h e mezza totalmente gratuito).
GLAMIS CASTLE

La nostra prima tappa è il bellissimo castello di Glamis,
nella contea di Angus, definito come il più infestato del mondo. Ecco la sua
storia.
Il castello di Glamis e le sue terre oggi sono in mano ai
conti Strathmore e Kinghorne, ma esistono tracce di vita risalenti all’epoca
preistorica, come le pietre PITTE, steli monumentali lasciate dalla omonima
popolazione dei Pitti. La struttura, probabilmente in origine un casino da
caccia, fu donata da re Roberto II Stuart a Sir Jhon Lion nel 1372, ma pare che
ben oltre 300 anni prima la sua terra fu già sede dei primi assassini, come
quello di Re Malcolm II nel 1034. Proprio la carneficina del re è oggetto di
una delle storie macabre relative al castello. La grossa macchia di sangue,
ancora oggi visibile sul pavimento, sarebbe proprio da attribuire alla sua
uccisione.
Nel 1537, la vedova di Lord Glamis, Lady Janet Douglas, fu
accusata di stregoneria dal re Giacomo V di Scozia e bruciata via, pare per
ripicche reali, sulla spianata del Castello di Edinburgo.
Dopo gli interventi avvenuti nel 17-18 secolo, del nucleo
originario è rimasto il cuor centrale del castello nella sua versione moderna.
Nei secoli ebbe anche ospiti illustri, come la regina
Elisabetta, che trascorse qui la sua infanzia, in quanto residenza della Regina
Madre.
LE SUE LEGGENDE
Il suo primo proprietario riconosciuto, Sir John Lion,
viveva nel castello di Forteviot, dove la leggenda narra dell’esistenza di un calice
che non doveva essere assolutamente spostato da dove fosse collocato, pena
indicibilI torture e sfortune per il proprietario che non avesse obbedito.
Ovviamente Sir John disubbidì portandolo a Glamis, dando così inizio ad una
serie di sfortunati eventi per tutte le sue generazioni future, ad iniziare
dalla sua morte in duello 11 anni dopo.
Quando nel XVII secolo l’edificio passò nelle mani degli
Strathmore, le dicerie, alimentate dal suo comportamento violento e dedito
all’alcool e al gioco d’azzardo, raccontano della nascita di un suo figlio
deforme che, per non essere visto dal nessuno, fu rinchiuso in una camera
segreta del castello. Camera ancora oggi non scoperta nonostante le
numerose ricerche.
Le leggende legate alla camera segreta continuano con la
storia della partita a carte giocata da Lord Strathmore con il Diavolo,
e miseramente persa, o ancora con la reclusione nella stessa di tutti i suoi
nemici, lasciati lì marcire ed a nutrirsi della loro stessa carne, facendosi a
pezzi l’un l’altro. A dimostrazione di ciò, la segnalazione di due fantasmi,
uno nero ed uno bianco, vistisi aggirare nei pressi del castello.
Agli inizi del ‘900, il XVI conte di Strathmore, proprio per
individuare questa stanza, organizzò una festa invitando gli ospiti ad
appendere un lenzuolo bianco ad ogni finestra, evidenziando quindi le camere
raggiungibili, con quella segreta che avrebbe avuto la finestra senza lenzuolo.
Ben sette finestre ne erano sprovviste. La ricerca delle corrispondenti stanze
fu ovviamente infruttuosa.
Anche lo scrittore Walter Scott si dedicò alla ricerca della
stanza segreta. Scott racconta di essersi avventurato nei corridoi del castello
accompagnato da un valletto e di aver visto una luce brillare, seguita dalla
comparsa di due nobili, uno dei quali doveva essere proprio Lord Patrick
Strathmore. Questi fantasmi, seduti attorno a un tavolo, giocavano a dadi,
imprecavano, bevevano e maledicevano Dio. A coronare la sinistra visione, anche
la comparsa del demonio, attirato dalle bestemmie, nella stanza.
Ancora oggi qualcuno dice di aver sentito provenire da
qualche parte del castello un chiaro rumore di dadi che scivolano sul tavolo.
Infine, pare che la famiglia Strathmore nasconda un orribile
segreto che debba essere tramandato dal discendente maschio al 21°compleanno
del figlio e che nessuno possa sopportare di conoscere e condividere, ad
eccezione del designato erede. Nei primi anni del Novecento, però, il XIII
conte di Strathmore, Claude Bowes-Lyon, a ventun’anni, ammise pubblicamente
l’esistenza di un segreto che riguardava la sua famiglia e ad un suo amico
rivelò le seguenti parole: “Se solo sapessi la natura del nostro segreto ti
getteresti in ginocchio e ringrazieresti Dio per esserne immune”.
Oggi della discendenza della famiglia di Strathmore rimane
solo la nipote, che ovviamente non è a conoscenza, anche se al giardiniere di
corte pare più volte abbia tentato di estorcere la verità, e lui imperterrito
abbia risposto che “è fortunata a non conoscerla, altrimenti sarebbe la più
infelice fra le donne”.
Link al sito ufficiale https://www.glamis-castle.co.uk/
DUNNOTTAR CASTLE

Il castello di Dunnottar si trova su uno sperone roccioso a
pochi passi dal villaggio di mare di Stonehaven, vicino Aberdeen.
Il nome Dunnottar deriva dalla parola Pittica “Dun” che significa
fortezza o luogo di resistenza. Il
sito dove sorge il castello fu abitato fin dall’antichità dalla popolazione
pre-celtica dei Pitti, cioè sin dal 5000 a.c circa.
L’importanza del luogo per quest’antica popolazione era probabilmente di
carattere religioso. I Pitti erano dei politeisti ed adoravano gli spiriti
della natura che dividevano in divinità maschili e femminili. Nel V secolo St Ninian portò il cristianesimo
tra la popolazione dei Pitti, e scelse Dunnottar come sito dove venne costruita
una delle sue numerose chiese.
Più tardi, nel
IX secolo, il re
Donald II, fu ucciso mentre proteggeva il castello da un’invasione
vichinga: la sua morte fu tuttavia vana poiché il castello fu ugualmente distrutto. Nel XIII secolo
divenne un insediamento cristiano e la prima cappella di pietra fu consacrata
nel 1276. Le testimonianze storiche raccontano che William Wallace conquistò il castello, che durante la
guerra d’indipendenza era in mano inglese, nel 1297 e diede
fuoco a questa cappella con una guarnigione di soldati inglesi chiusi al suo
interno. La cappella odierna fu ricostruita a seguito di questa vicenda, nel
XVI secolo.
Dunnottar
Castle fu la dimora di una delle più potenti famiglie in Scozia, i Conti
Marischal. Proprio un componente di questa famiglia, Sir
William Keith, il primo conte Marischal, costruì la Tower House, o The keep (il
mastio). Il conte Marischal aveva una specifica responsabilità per gli eventi
cerimoniali, per i gioielli della corona (Honours of Scotland) e per la
sicurezza della persona del re dentro il Parlamento. Non era inusuale per i
monarchi, inclusa poi Maria Stuarda, passare del tempo presso questo castello.
Fu
acquistato dalla famiglia Cowdray nel 1925 e da allora è
rimasto nella proprietà di questa famiglia ed aperto ai visitatori.
La più nota
delle presenze legate al castello di Dunnottar è la Green Lady in a green
plaid, la dama coperta da un manto di lana verde che è stata vista spesso nei
pressi della panetteria fino alla birreria e poi sparire, alla ricerca di un
bambino. Forse era uno di quei bimbi Pitti che nel V secolo fu convertito al
cristianesimo. Altri avvistamenti riguardano un cane da caccia ed un uomo
scandinavo che guarda in direzione del mare, aspettando chissà cosa. Mentre
altri rumori sono stati registrati in altre zone del castello deserte.
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DUNVEGAN
CASTLE
Collocato
sulla bellissima isola di Skye, nei pressi del villaggio di Dunvegan, fu
fondato dalla famiglia Mac Leod nel 1200 e da allora è sempre rimasta nelle
mani della stessa casata.

Storie di fate, magie ed avventure eroiche aleggiano intorno
alle mura di questo edificio. Il suo vessillo più caro è la FAIRY FLAG,
una striscia di stoffa color giallo pallido tutt’ora esposta all’interno del
castello. La leggenda narra che essa fu donata dalle fate alla famiglia MacLeod
in occasione della nascita di uno dei loro figli, e che abbia il potere di
difendere per sole tre volte il Clan dal pericolo della morte in battaglia. Ed
in effetti, fu tra il XV e il XVI secolo, durante due truculente battaglie
contro invasori provenienti dalle Isole vicine, il capo Clan fece alzare la fairy
flag sui bastioni e, dalla nebbia che avvolgeva il castello, si
materializzarono centinaia di guerrieri, che condussero alla vittoria i Mac
Leod. Avendo salvato il clan per due volte, la famiglia attende il terzo
evento, poi dovrà riportare la bandiera dal donatore. Un’altra versione della
stessa leggenda, afferma che la fairy flag sia stata donata
al IV Capo Clan, Ian MacLeod, dalla sua amata moglie, che si
rivelò essere una fata e, dopo venti anni di matrimonio felice, decise di
tornare tra il suo popolo magico.
Secondo un altro filone il ritrovamento della Fairy
Flag risale ai tempi delle Crociate,
quando il mitico vessillo sarebbe stato portato da Harold
Hardràda, Aroldo lo Spietato, re norvegese antenato del
clan, di ritorno da una crociata e gli si attribuiscono poteri miracolosi. Il
problema è che le crociate iniziarono quando Aroldo lo Spietato era morto da un
pezzo!
Un altro reperto, a cui la famiglia dei MacLeod tiene molto,
è il Corno di Toro, dal quale ogni erede deve bere un sorso di vino rosso. Si
racconta che il terzo capo clan, Malcom MacLeod (1296 – 1370), mentre tornava a
casa dopo una piacevole avventura con una signora sposata, fosse stato assalito
da un toro, che riuscì comunque a uccidere con un semplice coltello. Come
“ricordo” della sua avventura si prese un corno della bestia e fece anche
mettere un toro nello stemma del Clan, tutt’ora visibile nel cimitero del
blasone familiare.